Calcio, L’Ancona Respect saluta il 2019

Questa bella foto l’ abbiamo scattata questa mattina al campo del CUS dove la neo nata formazione femminile.dell”UNDER 15 ha sfidado l’ Under 12.
Cosi abbiamo salutato il 2019. Un anno incredibile dal punto di vista sportivo.

Le iscritte al settore femminile sono passate da 8 a piu di 100, dando vita all’under 8 e alla prima squadra che si sono unite alle gia esistenti under 10 e under 12 , e da oggi anche le under 15.
Nel settore maschile 3 categorie: piccoli amici, pulcini ed esordienti per un totale di circa 40 ragazzi.
Un risultato incredibile non solo nella quantità ma anche nella qualità, dove sopratutto nel settore giovanile, si sono visti i risultati anche in campo.
Tra le tantissime iniziative ricordiamo la partecipazione della squadra dorica sul palco di “Buona Sera Marche Show” , in diretta su ETV. Inoltre ricordiamo i momenti vissuti con la nazionale italiana femminile ai mondiali che, ha visto in una circostanza, la presenza di RAFFAELLA MANIERI. L’ allenamento con il capitano di sempre, Massimo Gadda. In più il video girato e montato da Ruben Lagattolia con la musica della Gang, “ Mare Nostro”. Abbiamo portato un pulman delle nostre giovani tesserate ad assistere alla partita Italia-Malta femminile per la qualificazione europea e tante altre ancora…
Il 2019 è stato un anno molto importante anche per l’affiliazione della nostra società con la US ANCONITANA.
Brindiamo al 2020 (la polisportiva compie 19 anni proprio il 1 gennaio) con la certezza di raccogliere molte altre.soddisfazioni! Fieri di essere una società che fa dell’aggregazione e dell’inclusione sociale i suoi primi obbiettivi. Ringraziamo chi ci ha accompagnato in questa crescita, chi ci sostiene da vicino e da lontano, chi insieme a noi ha lo sguardo rivolto verso lo stesso orizzonte.

BUON ANNO A TUTTI E A TUTTE DA
A.P.D.ANCONA RESPECT 2001

Futsal, A1 femminile: un 2019 da incorniciare, Luciani: “È tempo di portare qualche titolo a Falconara”

Di Marco Catalani:
Foto: Debora Braga
Una media di 2,1 punti in campionato, 130 gol fatti contro 76 subiti tra campionato, playoff e Coppa. Un 2019 davvero da incorniciare per il Città di Falconara in vista di un 2020 tutto da vivere con le ragazze allenate da mister Massimiliano Neri in lizza per tutti i titoli in palio: terzo posto in coabitazione con il Montesilvano nel campionato di Serie A femminile di calcio a 5, qualificazione alla Final8 di Coppa Italia da testa di serie e accesso ai quarti di Coppa della Divisione.

C’è di che sognare per i tifosi che hanno ancora negli occhi la lunga cavalcata sportiva di questo anno solare, terminata domenica scorsa al PalaBadiali con il pareggio casalingo per 2-2 contro la capolista Real Statte. La stessa squadra con la quale, il 6 gennaio 2019, si era aperto l’anno. Allora, in terra pugliese, fu sconfitta per 3-1 che però inaugurò una lunga sequenza di risultati positivi grazie a una difesa difficilmente perforabile (173 minuti di imbattibilità, record per l’ungherese Nagy), alla consueta tenacia delle atlete che vestono la maglia con il falco sul cuore e a un pubblico sempre più numeroso e capace di trasformare il PalaBadiali in un tempio festante del futsal: lo stesso in grado di accompagnare le Citizens ad accedere ai playoff scudetto e a vincere gara2 dei quarti, costringendo il quotato Kick Off allo spareggio, poi perso in quel di Milano.

È stato il 2019 dell’infinita Sofia Luciani, capitano che proprio nell’anno che volge al termine ha raggiunto la vetta dei bomber di sempre tra le falchette. Primato che si aggiunge a quello delle presenze, entrambi destinati a sbriciolarsi gara dopo gara: oggi il capitano è a 140 partite e 84 gol (già 12 le marcature in questo campionato) collezionati in sei stagioni sempre in Serie A. Ed è stato proprio sull’onda lunga del crescente entusiasmo che la società ha scelto di impegnarsi per allestire un roster di altissima qualità.

In estate sono arrivate Pato Dal’maz, Isa Pereira, Dibiase, Guti, Nona, Vieira, Brugnoni al fianco di conferme eccellenti come Ferrara, Ciferni, Verzulli, Bernotti e Pascual, citata per ultima per meglio evidenziare i suoi primati tra le straniere in azzurro: alla quarta stagione a Falconara ha messo insieme 79 presenze (meglio di lei solo Luciani) e 33 gol. “Un anno da incorniciare per Falconara – commenta capitan Luciani – La cosa bella di questa squadra è il clima sereno che si respira. Ogni giorno andiamo ad allenarci contente e questo fa sì che tutto sia più semplice, più naturale. Andiamo avanti così e cerchiamo di migliorarci costantemente. L’obiettivo per il 2020? Per prima cosa vogliamo far divertire il pubblico e su questo, ogni giorno, abbiamo riscontri sempre più positivi. E poi è tempo di portare qualche titolo a Falconara: ci proveremo fino alla fine“. A partire da subito o quasi. Ancora qualche giorno di vacanza e poi le Citizens si ritroveranno agli ordini di mister Neri e del preparatore atletico Massimo Pistoni per preparare le gare in programma: il 19 gennaio al PalaBadiali contro il Montesilvano per la prima partita del girone di ritorno del campionato e poi, via, il 22 gennaio, verso Statte (ancora le rossoblu) per il quarto turno della Coppa della Divisione, valido per l’accesso alla Final4 della competizione.

Calcio, amarcord: la favola del Malines he vinse la Coppa delle Coppe 1988

Mercoledì Coppa Uefa, Coppa dei Campioni e Coppa delle Coppe, salvo rare eccezioni. Un mantra che il tifoso degli anni ’80 ricorda bene. La settimana calcistica europea era lunga al massimo due giorni, con tre competizioni cariche di un fascino particolare. I diritti tv non avevano precedenze, la logica (illogica) degli anticipi e posticipi non ancora neanche considerata. I giorni erano fissi, le sfide all’ultimo sangue erano consuetudine e il prestigio era immenso. Forse le annate più entusiasmanti e ricche di colpi di scena ci sono state donate dalle squadre che giocavano quella competizione ormai scomparsa. Da quella Coppa delle Coppe spazzata dal tempo e dai gironi in loop della Champions, strumento pronto a rispondere alla richiesta continua di più partite. Quel torneo metteva contro, in un torneo ad eliminazione diretta con turni di andata e ritorno fino alla finale unica, tutte le vincitrici della coppa nazionale. Ma la chicca che forse ha permesso a questa competizione di restare impressa nella memoria di questo sport è che in caso di eventuale qualificazione alla Coppa dei Campioni della vincitrice della coppa nazionale, poteva partecipare la finalista perdente della stessa senza però l’obbligo di essere nella massima serie.

Malines Mechelen Ajax 87-88

Tanti i ricordi: il Tottenham nel 1963 che vince il primo trofeo di una squadra inglese, l’Anderlecht, l’Aberdeen che sconfigge il Real Madrid, l’Everton, la Sampdoria futura campione d’Italia, il Magdeburgo con il suo unico trofeo conquistato da una rappresentante della Germania Est. Gesta eroiche e match memorabili. 180 minuti giocati al massimo per superare il turno e coltivare il sogno di alzare quella coppa. Anche il Mechelen (Malines in italiano) era tra queste, era il 1988, e questa cittadina di 80.000 abitanti nel bel mezzo delle Fiandre, oltre al classico giro ciclistico, salì alla ribalta per la sua squadra di calcio, protagonista di una delle cavalcante più sorprendenti e travolgenti della storia di questo sport.

L’ARRIVO DI CORDIER E DE MOS – Il Koninklijke Voetbalvereniging Mechelen, meglio conosciuta in Italia con il nome di Malines, inizia la sua ascesa nella stagione 1982/1983. Fino ad allora la squadra belga aveva messo insieme qualche titolo nazionale tra l’inizio e la fine della seconda guerra mondiale. Poi un continuo galleggiare tra prima e seconda categoria, per circa 40 anni, fino all’arrivo del miliardario John Cordier, proprietario della società di componenti elettroniche Telindus. Il progetto del magnate era chiaro: ristrutturare le stadio Achter de Kazerme e creare un’organizzazione tale da poter permettere al Mechelen di ritornare ai fasti di un tempo. Il ritorno alla vittoria in campionato magari, un sogno per il neo presidente, ma che diventerà solo una tappa del triennio che vedrà il Mechelen salire sul tetto d’Europa. Il primo tassello fu il tecnico olandese Aad De Mos. Veniva da un ottimo quinquennio all’Ajax dove vinse 3 campionati e una coppa Nazionale ma il suo ciclo nella primavera del 1985 era concluso e così bastò una innocua sconfitta contro l’Haarlem per consentire alla dirigenza di esonerarlo per forti divergenze d’opinione e assumere Johan Cruijff figliol prodigo di ritorno dopo aver chiuso la carriera al Feyenoord. Nel 1986 dopo qualche mese di inattività De Mos venne contattato proprio dal Mechelen e accettò di buon grado quel progetto tanto affascinante quanto utopistico. In sella alla squadra il buon Aad riuscì subito ad ottenere il massimo dai suoi giocatori. Nella sua prima stagione in Belgio (oltre ad un sontuoso secondo posto in campionato) riuscì a conquistare la Coppa Nazionale che all’epoca permetteva alla vincitrice di approdare nell’Europa che conta, la Coppa delle Coppe. Per i valloni era il debutto assoluto in campo continentale.

DEBUTTO BOOM E ARRIVO IN SEMIFINALE – La rosa presentava onesti mestieranti e un vero fuoriclasse Michel Preud’Homme. Portiere efficace e titolare poi della nazionale belga nei Mondiali del ’90 e del ’94 fu il perno dei successi di quella squadra. Il gioco di De Mos non era spumeggiante, non garantiva spettacolo e non puntava a fare la partita. La macchina del Mechelen era efficace, difesa solida come non mai e capacità offensiva quasi scolastica ma tanto tanto pericolosa. Oltre al citato Preud’Homme giocavano Erwin Koeman, Eli Ohana, Piet den Boer, Graeme Rutjes e Marc Emmers. Talentuosi ma di certo non fuoriclasse. La marcia inarrestabile del Mechelen iniziò il 16 settembre del 1987. Dinamo Bucarest battuta 1-0 grazie ad un gol di Piet de Boer, vero mattatore di quella campagna europea. Ritorno senza storia, 2-0 Hofkens e De Boer e belgi agli ottavi. Dall’urna banda di De Mos pescò il St Mirren. Pareggio a reti bianche in casa ma in trasferta devastante uno-due di Eli Ohana che in un quarto d’ora spedì il Mechelen ai quarti. I tifosi erano entusiasti, i giornalisti dell’epoca andavano a caccia di informazioni su questa piccola realtà che in casa si difendeva con ordine e lontana dalle mure amiche riusciva a sorprendere sistematicamente gli avversari. Nei quarti il Mechelen affrontò l’ostica Dinamo Minsk. Il 1 marzo 1988 il piccolo stadio Achter de Kazerne esplose a quattro minuti dal termine del match. Dopo 86 minuti di sofferenza Pascal De Wilde insaccò l’1-0. In Unione Sovietica altro capolavoro. Eli Ohana al 29′ mise in ghiaccio la qualificazione, e non bastò il gol di Kisten a ribaltare il risultato. Il Mechelen era in semifinale!

SEMIFINALE TRA CENERENTOLE CONTRO L’ATALANTA – Qui la storia dei belgi si intreccia con l’altro miracolo sportivo di quell’anno: l’Atalanta di Emiliano Mondonico. I bergamaschi sono in semifinale di Coppa delle Coppe ma disputano contemporaneamente la serie B, ah il fascino degli anni ’80. Sconfitta in finale di Coppa Italia dal Napoli, Stromberg e compagni partecipano alla competizione continentale essendo i partenopei già in gara nella Coppa dei Campioni. Da penultimi in serie A ad un passo dalla finale europea. Emiliano Mondonico dopo 25 anni racconterà: “L’urna dopo il passaggio del turno in Coppa ci regalò il Malines. Una delle squadre più blasonate del momento che aveva alla guida un magnate con grandi possibilità economiche. Le relazione sull’avversario era preoccupante: i giocatori presi ruolo per ruolo erano i migliori del loro campionato. A cominciare dal portiere Preud’homme, per finire con il bomber Ohana, descritto come un’ira di Dio. Non è stato facile preparare la gara dal punto di vista emozionale. Stromberg, il nostro uomo più «pratico» di Europa, invitava tutti a non vedere il demonio dove non c’era”. Il timore era grande, la Cenerentola Atalanta davanti agli occhi di tutta Europa. L’inizio fu shock. Ohana dopo 7 minuti portò in vantaggio i suoi. L’eterno Stromberg in mischia ristabilì la parità. L’equilibrio fu spezzato ancora una volta da De Boer che all’83’ chiuse i conti. L’accesso alla finale si doveva giocare a Bergamo. I nerazzurri in un’autentica bolgia andarono in vantaggio su rigore con Garlini e sfiorarono a più riprese il raddoppio, ma anche in quest’occasione i valloni non si smentirono. Con personalità e innata spensieratezza prima raggiunsero il pari con un sinistro al volo del libero Rutjes e infine con un’azione personale di Emmers sigillarono la vittoria e la conquista di un’insperata finale.

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LA VENDETTA DI DE MOS – 11 maggio 1988, appuntamento con la storia. Finale di Coppa delle Coppe e il Mechelen affronta, guarda caso, proprio l’Ajax la squadra che aveva esonerato 3 anni prima il tecnico De Mos. Gli olandesi in quella stagione avevano ceduto Van Basten e Rijkaard ma avevano in rosa Danny Blind, John Bosman e Arnold Muhren, non poca roba. Quello presente a Strasburgo era però un Ajax in crisi con Cruijff da poco esonerato e sostituito da un triumvirato. I nuovi acquisti languivano in panchina. La vendetta perfetta era nelle mani di De Mos, bastava solo dare la giusta scossa ai ragazzi. Ad aiutarlo fin da subito ci pensò Blind che al 16′ venne espulso. I diecimila tifosi accorsi in Francia iniziarono a crederci. Al minuto 53′ l’apoteosi. Splendido assist di Ohana per Piet Den Boer che senza pensarci due volte si avventa sul pallone e di testa batte 0Stanley Menzo portiere dell’Ajax. E’ il gol vittoria! Michel Preud’Homme blinderà il risultato con una serie di interventi straordinari e al fischio finale la spensieratezza e la fatica lasciano posto alle lacrime e alle emozioni: il Mechelen vince la Coppa delle Coppe. Erwin Koeman festeggerà la conquista di un trofeo continentale e verrà seguito a ruota dal fratello Ronald quindici giorni dopo, quando vincerà la Coppa dei Campioni con la maglia del Psv a Stoccarda.

Finale Coppa delle Coppe 1987/88
11 maggio 1988 – Stade de a Meinau, Strasburgo

KW Mechelen – Ajax 1-0

KW Mechelen: Preud’homme; Clijsters, Sanders, Rutjes, Deferm; Hofkens (Theunis 73), Emmers, E.Koeman, De Wilde (Demesmaeker 60); Den Boer, Ohana

Ajax: Menzo; Blind, Wouters, Larsson, Verlaat (Meijer 73); Van ‘t Schip (Bergkamp 57), Winter, A.Mühren, Scholten; Bosman, Rob Witschge

Arbitro: Dieter Pauli (Germania Ovest)

Reti: 53′ 1-0: Den Boer

CANTO DEL CIGNO E DECLINO – Il Mechelen non si fermerà qui e vincerà qualche mese dopo la Supercoppa Europea ai danni del PSV Eindhoven di Romario. De Mos lascerà la panchina nel 1989 ma non prima di conquistare anche il campionato belga. Il canto del cigno di questa memorabile squadra arriverà in Coppa dei Campionati nell’89-90 eliminata ai quarti dal Milan di Sacchi solo ai supplementari. Da lì il declino lento ed inesorabile. I guai finanziari di Cordier si ripercossero sulla squadra che venne di fatto smembrata. Ohana passò al Braga ma non tornò più ai livelli raggiunti in quella magica stagione, Preud’Homme come detto sarà titolare ai mondiali del 90 e del 94 e continuerà ad essere uno dei portieri più forti della sua generazione. Il centenario del club nel 2004 fu festeggiato nonostante l’assenza di numerose stelle, tra queste Cordier, deceduto proprio pochi mesi prima. De Mos non riuscirà più a trovare l’alchimia perfetta che riuscì a creare in Belgio. Il Mechelen ora, dopo tante annate difficili, è in Jupiler Pro League, la massima divisione belga attualmente. La favola finisce qui con un pizzico di malinconia e una buona dose di rassegnazione. Questo calcio attanagliato dalla crisi, cancellato dal business, difficilmente potrà riproporre una storia così entusiasmante come quella vissuta dai ragazzi del Mechelen. Un sogno divenuto realtà, un gruppo di ragazzi alla prima esperienza europea capace tra lo scetticismo generale di conquistare l’ambito trofeo.

Basket, LBF: Virtus Segafredo Bologna – Famila Wuber Schio: 57 – 70

 

Testo e foto: Ufficio Stampa Virtus Bologna:

( 11 – 24/  36 – 39 /  48 – 52)

Virtus Segafredo Bologna: Micovic 5, D’Alie 7, Tassinari 2, Salvadores, 28, Tava, Cabrini 3, Tartarini n.e., Martines n.e., Harrison 10, Rosie, Williams 2, Cordisco n.e.
Coach: Liberalotto

Famila Wuber Schio: Keys 2, Lisec 14, Cinili 9, Gruda 16, Chagas n.e., Fassina 2, Andrè 6, Dotto, Battisodo 7, Battilotti n.e., Harmon 14
Coach: Vincent

Arbitri: Marziali, Del Greco, Bettini

Angela Salvadores

Il primo tempo. D’Alie, Tassinari, Micovic, Harrison e Williams è il quintetto di partenza scelto da Coach Liberalotto per questa ultima gara del 2019. D’Alie parte forte, segna 5 punti e non permette a Schio di prendere il largo, Harrison trova i primi punti della sua partita. 7 a 9 per Schio dopo 6’ di gioco. Micovic segna, Cinilo risponde e il vantaggio delle Venete si allunga di + 5. Schio segna ai liberi e si porta sul punteggio di 9 a 18 grazie al canestro di Harmon. Primo time out di gara chiamato da Coach Liberalotto. Salvadores trova i primi due punti della sua partita,  ma Schio con Andre, Fassina e ancora Harmon domina sul parquet e chiude il primo quarto sul punteggio di 11 a 24. Salvadores mette a segno tutti i primi punti del secondo quarto, tra cui una tripla sulla sirena dei 24’’. Williams fa a sportellate, una ispiratissima Salvadores riporta le V Nere sul – 3. Break di 12 – 2 che riporta in partita le bianconere. La play Spagnola, autrice di un secondo quarto strepitoso, mette a segno 14 punti in 6’, mentre Cabrini completa l’opera con la tripla del pareggio, 28 a 28. Schio si riporta sul + 3, ma Harrison segna, Salvadores continua a regalare magie e giocate, che portano nuovamente la Virtus in parità, 34 a 34 dopo 18’ di gioco. Lisce segna, si porta in lunetta e concretizza il gioco da 3 punti.Tassinari fa 2/2 ai liberi, ultimo minuto di gioco, parte il contropiede di Schio, che ancora una volta segna ma non concretizza il libero a disposizione.

Milica Micovic con Coach Liberalotto

Il secondo tempo. Schio pare forte, ma Salvadores e Micovic con una tripla, riacciuffano Schio e si portano sul -4 al 35’ di gioco, 42 a 46 per Famila. Lisec trova la bomba dall’arco, Harmon trova altri 2 punti, ma Harrison sotto canestro tiene la posizione, segna e concretizza il libero a disposizione. 45 a 50 quando mancano meno di 2’ alla fine del terzo quarto. Salvadores trova l’ennesima tripla della sua serata, mentre Cinili entra nel pitturato e porta le venete sul + 4. Sirena e terzo quarto che va in archivio sul punteggio di 48 a 52. Ultimo atto di partita che si apre con Harmon che trova i primi due punti del quarto dalla sinistra, mentre Harrison dalla lunetta fa 1/2. Cinili segna e Lisec raddoppia poco dopo, 49 a 59, Coach Liberalotto chiama il Time out. Gruda e Battisodo allungano il vantaggio, la Famila si porta sul +13 nell’ultimo minuto di gioco.Sirena e ultima partita del 2019 che termina 57 a 70 per Schio.

Calcio, prima categoria Calabria: Borgo Grecanico Melitese campione d’inverno

By Domenico Tripodi:

Foto: RC Sport

Melito di Porto Salvo (RC) un comune di circa 11 mila abitanti, era da tanto tempo che non si vedevano scene del genere nello sport, una tribuna che nonostante il freddo era strapiena, una tribuna che al 92′ è esplosa letteralmente gioiendo al goal (rocambolesco) di Bruno Nucera, una squadra che diventa Campione d’inverno con una partita da recuperare e +3 sulla seconda, una squadra che lotta con il cuore e con la grinta.

Un paese che ha risposto presente e che nonostante i mille problemi, trova la gioia nello Sport, nel Calcio. Non sarà la Serie D ma anche una Prima Categoria può essere l’inizio di un grande percorso…. Buone feste ragazzi

Basket, LBA: una Virtus aggressiva vince il “Derby d’Italia” contro l’Olimpia. Finisce 83-70 per le V NERE alla Segafredo Arena

In una Segafredo Arena sold out la Virtus mantiene il primato in classifica battendo l’Olimpia grazie ad una stratosferica aggressività.

Markovic, Teodosic, Weems, Ricci e Gamble è il quintetto di partenza scelto da Coach Djordjevic per questo ultimo impegno casalingo del 2019. Primo canestro è una tripla di Teodosic, che esalta i novemila del pubblico di casa Tarczewski dai liberi fa 1/2, Tap in vincente di Scola e Milano pareggia i conti 3 a 3 al 2’ di gioco. Weems trova la seconda bomba delle V nere e Teodosic in difesa costringe Milano a gettare via un possesso palla in area bianconera. Gamble fa valere la sua stazza sotto le plance e conquista i 2 punti, ma Scola prima e Tarczewski recuperano dallo svantaggio. Teodosic trova i 3 punti dall’arco e Markovic infila in canestro del 13 a 8. Irregolarità, fallo fischiato alla Virtus e Time out chiamato da Coach Messina; esce Weems ed entra Gaines. Markovic segna e concretizza il gioco da tre punti, mentre Scola accorcia lo svantaggio. L’asse Teodosic e Gamble funziona alla perfezione, canestro, fallo e tiro libero segnati per il centro bianconero, vantaggio di +7 per la Segafredo al 6’di gioco. Esce Gamble ed entra Hunter, intanto il Rodriguez trova 2 triple nel giro di pochi secondi accorciando lo svantaggio: 18-16 quando mancano meno di 3’ alla fine del primo quarto. Hunter fa 2/2 ai liberi e porta sul +4 Bologna, Rodriguez appoggia con una mano al ferro e vanifica i due punti dalla lunetta precedenti; Nell’ultimo minuto Milano si porta a -2 ma l’assist di Teodosic per Gaines è vincente, e la guardia americana segna l’ultimo canestro del primo quarto. Sirena e primi 10 minuti che terminano sul risultato di 24 a 20. Secondo quarto che inizia con la giocata di Weems per Hunter, schiacciata vincente del numero 32 bianconero, Micov risponde dalla lunetta, 2/2. Baldi Rossi trova la prima tripla di questo secondo quarto, Micov riposante con altri 2 punti, Gamble vince il rimbalzo dopo lo sfondamento nel pitturato di Teodosic, canestro, tiro libero che non entra in rete.

TEODOSIC.JPG
Milos Tedosic, devastante (Foto: Max Serenelli)

Prima del time out chiamato da Coach Djordjevic, Micov segna dall’arco, 31 a 27 Segafredo al 14’minuto di gara. Viene fischiata irregolarità a Baldi Rossi, che non trova assolutamente d’accordo la Virtù Segafredo Arena. Della Valle fa 3/3 dalla lunetta e porta in vantaggio per la prima volta nella partita l’Olimpia, 31 a 32 che diventa 31 a 34 grazie ai due punti di Guidatis. Gamble, su assist di Pajola, accorcia lo svantaggio, Ma è Markovic che fa una cosa straordinaria, intercetta il pallone in difesa, corre vin contropiede, assist dietro alla testa per Hunter che tutto solo schiaccia il pallone del vantaggio bianconero. Teodosic trova l’irregolarità, 2/2 ai liberi, 37 a 36 Virtus, secondo quarto molto combattuto. Biligha trova il contro sorpasso, Markovic fa 2/2 ai liberi e. Riporta nuovamente in avanti i suoi compagni. Ricci difende alla grande su Scola e poi si prende i tre punti, Markovic lancia Gaines che da solo entra nel pitturato ed appoggia con la sinistra la palla del 44 a 38, break devastante di Bologna che si porta sul + 6 a 26’’ dall’intervallo lungo. Rodriguez fa 2/2 ai liberi, ma è della Virtus l’ultimo canestro del secondo quarto. Sirena e squadre a riposo sul punteggio di 46 a 40.

SCOLA
Luis Scola, lagrande delusione della serata (Foto: Max Serenelli)

Al rientro dagli spogliatoi la musica non cambia con la Virtus che parte forte e Teodosic entra nel pitturato e trova il +9 per le V nere, Micov accorcia lo svantaggio facendo 2/2 ai liberi, Markovic mette la tripla del 55 a 45, ma Gudaitis vince il rimbalzo e segna. Le V Nere spingono e si portano sul punteggio di 63 a 52, vantaggio di + 11 per la Segafredo protagonista di un grande terzo quarto. Rodriguez fa 1/2 ai liberi, ultimo giro di orologio e Brooks segna il canestro del 63 a 55, sempre Brooks fa 1/2 ai liberi, ma è l’ultima azione del terzo quarto. Sirena e squadre a riposo sul punteggio di 63 a 56. Ultimo atto di partita che si apre con i due punti di Weems, e il canestro di Hunter, + 11 per Bologna e time out chiesto da Milano. Alley oop di Markovci per Weems, la Segafredo Arena è un catino infuocato, cantano i Virtussini presenti oggi per questa ultima sfida del 2019. Rodriguez non ci sta e trova la tripla,Weems risponde pochi istanti dopo, 2 punti e risultato di 71 a 61 per le V Nere al 34’minuto di gioco. Micov ai liberi fa 2/2, Hunter schiaccia a canestro e nell’azione successiva trova il fallo e 2 bonus dalla lunetta; il numero 32 bianconero segna entrambi i liberi a disposizione. Massimo vantaggio della partita ottenuto al 37’ minuto di gioco, + 15 Segafredo grazie alla tripla del capitano; Teodosic trova un’altra perla dall’arco, 81 a 65. A 4′ minuti dalla fine è il capitano, a mettere la tripla del +15 che praticamente chiude i giochi. Quando poi segna anche Teodosic, per Milano è notte fonda. Gli ultimi minuti sono solo per il divario finale: si gioca fino all’ultimo secondo, è il finale è 83-70.

SALA STAMPA:

Ettore Messina: “Voglio ringraziare Bologna per questa accoglienza. Loro hanno avuto aggressività mentale, fisica e tecnica. Noi no. Abbiamo concesso 19 punti in contropiede e anche i rimbalzi offensivi sono stati fondamentali, mentre il nostro attacco ha fatto poco. Abbiamo costruito tiri aperti, tiri buoni e li abbiamo sbagliati, abbiamo fatto una partita mediocre e loro una molto buona Se c’erano dubbi sono finiti: loro sono i favoriti per scudetto e Coppa Italia. Legittimamente. Speriamo nei prossimi mesi di invertire questa tendenza

Ettore Messina, Coach Virtus (Foto: Max Serenelli)

Alexander Djordjevic: Con quello che investono e spendono sono i favoriti per vincere tutto, anche l’Eurolega. Abbiamo rispettato il piano partita, siamo stati molto concentrati in difesa, lavorato con grande attenzione. Aver chiuso il primo tempo in modo positivo ci ha dato grande sicurezza per il secondo tempo. Ora però piedi a terra e testa alla partita di Trento”.

Alexander Djordjevuc Coach Olimpia (Foto: Max Serenelli)

Virtus Segafredo Bologna – Armani Exchange Milano: 83 – 70

( 24-20 / 46-40 / 63-56)

Virtus Segafredo Bologna: Gaines 6; Deri; Pajola; Baldi Rossi 6; Markovic 8; Ricci 7; Cournooh NE; Hunter 19; Weems 9; Nikolic NE; Teodosic 15; Gamble 13. Coach: Djordjevic

Armani Exchange Milano: Della Valle 2; Micov 16; Biligha 2; Gudaitis 8; Moraschini 1; Roll; Rodriguez 19; Tarczewski 3; Cinciarini 3; Burns 2; Brooks 5; Scola 9.
Coach: Messina

Arbitri: Rossi, Lo Guzzo, Mazzoni,

Calcio: per L’Ancona Respect domani mattina ultimo saluto dell’anno per le Under 12 e Under 15 che si sfideranno al Campo Cus di Posatora.

Salutiamo questo anno che ci ha portato tantissime sorprese e novità. Se ripensiamo al percorso fatto in questi 12 mesi ci sembra ancora incredibile, ne abbiamo fatta di strada!
In un anno contiamo più di 100 tesserati/e, abbiamo attive le categorie Under 8, Under 10, Under 12, la Prima squadra femminili e dal 2020 un nuova bellissima novità: la categoria Under 15!!

Sei nata tra il 2005 e il 2008? Vuoi giocare a calcio o vuoi provare per la prima volta? Contattaci!! L’ Ancona Respect partecipa a tornei regionali e nazionali, entra anche tu a far parte della nostra famiglia!!

Basket, LBA: è il giorno di Olimpia-Virtus; torna il grande classico del basket

Di Max Serenelli:

Quarantatrè scudetti in due, ventotto dei quali ad appannaggio delle “Scarpette Rosse” contro i quindici delle “V Nere”, fanno di questa partita il “Derby d’Italia” del basket che torna, dopo anni bui, specialmente nel recente passato bianconero, a far parlare il mondo della “palla a spicchi” come il big match della sedicesima giornata di campionato della LBA.

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Simac MI vs Granarolo BO della stagione 1983-84 (Foto: archivio personale stampa dell’epoca)

L’Olimpia, favorita principale al titolo 2020, arriva a questa gara con un gap di quattro punti frutto di dieci vittorie e quattro sconfitte, contro un 12/2 dei bolognesi i quali, reduci dal romboante +32 rifilato al Boxing day di natale ai cugini della Fortitudo, mantengono un primato in classifica che tanto odora di prova scudetto l’ultimo del quale risale al lontano 2000-01 quando il coach era quell’Ettore Messina che questa estate viene chiamato a ricoprire la carica di Manager, ma anche allenatore, proprio dei biancorossi per tentare l’assalto all’Eurolegue e l’avvicinamento alla terza stella.

Sulla panchina virtussina invece è stato chiamato a sedervi Aleksandar Đorđević che, godendo anch’egli dello status di ex in quanto in passato ha calcato il parquet milanese sia da giocatore che da allenatore, e avendo un palmares invidiabile, si è conquistato la fiducia di Baraldi per tornare ai fasti del tempi che furono.

Si giocherà a Basket City Fiera, quel progetto ambizioso, importante e fortemente voluto dalla Proprietà Segafredo, situato all’interno delle Fiere di Bologna, nel Padiglione 30, che sarà il Palazzetto dello Sport temporaneo della Virtus Segafredo Bologna, capace di ospitare in una struttura di ultimissima generazione 9000 spettatori e si preannuncia un inevitabile sold out.

Il coach serbo così si è espresso durante la conferenza pre-match: “La partita che ci aspetta è in assoluto la più grande partita che si possa giocare dal punto di vista sportivo e dal punto di vista societario: due società che hanno una linea ben chiara. Si torna a parlare di pallacanestro: dovremo giocare una pallacanestro tosta, contro una squadra che possiede grandissima fisicità. Milano ha uno dei più grandi allenatori di sempre: per tutti noi è sicuramente un’occasione per cercare di ottenere un’altra vittoria che sarebbe importante. Ancora davanti al nostro pubblico che ci darà una spinta importante e che i nostri ragazzi sentono sempre di più. La qualità di Milano è fuori dubbio, vedremo domani come si presenteranno: dobbiamo essere attenti al loro gioco, alla loro transizione e al loro talento soprattutto offensivo. L’esperienza di Rodriguez e Scola dà sicurezza e qualità in questo tipo di partite, anche se io dico sempre di guardare nel nostro piatto. Mi aspetto una partita tosta, una partita tra due squadre che hanno tanto da dimostrare.”

Ettore Messina invece, glissando per quanto riguarda le proprie emozioni personali ha dichiarato: “Giochiamo contro una squadra che ha appena dominato il derby e vive uno stato di esaltazione, quindi ci aspetta una partita difficilissima. Loro hanno due grandi passatori e creatori di gioco come Markovic e Teodosic, sono meritatamente primi in classifica e ci proporranno una sfida al più alto livello possibile. Per quanto ci riguarda avremo bisogno di una buona transizione difensiva e cercheremo di controllare i rimbalzi per limitare il numero dei loro possessi”.

Palla a due ore 15:30 con direzione della gara affidata Michele Rossi, Carmelo Lo Guzzo e Manuel Mazzoni.

Novità importante per ciò che concerne la trasmissione della partita la quale, oltre al solito palcoscenico di Eurosport andrà in diretta anche su RAI 2

️ Volley, serie A2 femminile: EXACER MONTALE, FRONZA PRESENTA IL MATCH CONTRO OLBIA: “DOBBIAMO RIMANERE SUL PEZZO, SARÀ UN’ALTRA BATTAGLIA”

By Ufficio stampa:

Superata la grande gioia per la vittoria nel derby, per l’Exacer Montale è già tempo di pensare al prossimo impegno. Domani in Emilia arriva Olbia, in quella che si preannuncia un’altra sfida vibrante tra due squadre in forma. In casa Montale, a presentare il match contro la squadra sarda, è stata la centrale Elena Fronza. Ecco le sue parole a ventiquattro ore dal fischio d’inizio.

“Contro Sassuolo è stata una bella vittoria, fatta di quattordici ragazze e uno staff che lavora con noi e per noi dietro le quinte. I festeggiamenti? Sono terminati ieri, con i numerosi amici e famigliari che non hanno perso l’occasione per venire a rifarci e sostenerci come fanno spesso. Altri invece li abbiamo sentiti anche a distanza. Ora però bisogna rimanere concentrate e con la testa a domenica, dove ci aspetta un’altra battaglia a casa nostra. La prima vittoria fuori casa? La cercavamo da un bel po’, ma è arrivata come un bel regalo di Natale, e spero vivamente possa essere un punto di partenza per una nuova Exacer che non si deve accontentare e provare a dar fastidio a chiunque. Le prossime avversarie? Olbia è buona squadra, hanno un opposto molto forte e di esperienza, che ci ha messo molto in difficoltà già all’andata. Cercheremo di rifarci tra le mura amiche dove avremo come sempre il supporto dei nostri tifosi. Tre partite in otto giorni? Fisicamente è discretamente impegnativo. Il recupero, come dice spesso il nostro condottiero Ivan, è importante quanto un allenamento, però il grosso vantaggio di questa situazione è che ci permette di rimanere sul pezzo, aiutando la squadra in una crescita notevole e questo non può che essere una cosa positiva della quale approfittare”.

 

Ozzano come Riad

By iamnobody2011:

Tutto di nascosto, come un ladro nella notte; non doveva sapere niente nessuno, sennò sarebbero stati guai grossi. La mia ultima domenica prima di Natale è stata così, vissuta nel silenzio più totale, perché se avessi detto a qualcuno che volevo andare a Bologna a vedere la Pieralisi, mi avrebbero preso per scemo. C’erano cose più importanti che una miserabile partita di volley femminile, per giunta di serie B2…

2019-12-27-12-41-45

In tv su Rai Uno c’era la finale della Super Coppa Italiana tra Juventus e Lazio; tutti i miei amici bianco-neri erano carichi, ero stato sollecitato, invitato al pub per vederla con loro. “Non so, forse la vedo a casa…” era stata la mia risposta sfuggente. Altri però, si erano messi in macchina in direzione Fabriano, perché tornava dopo undici anni di assenza il derby tra Fabriano ed Aurora Basket Jesi. “Vai a Fabriano?” mi aveva scritto qualcuno, io avevo gentilmente declinato l’invito: “Non me la sento…”. Erano oltre tremila gli spettatori al PalaGuerrieri, in quattrocento da Jesi. Io non ero tra quelli.

La mia scelta l’avevo fatta da tempo, da quando ero stato costretto a saltare per motivi di lavoro il viaggio a Porto Sant’Elpidio. “Vorrà dire che andrò a Bologna a fine dicembre!”. Lo avevo detto, l’ho fatto. A dire il vero sono stato indeciso fino all’ultimo, un po’ per il tempo, un po’ perché quello che avevo visto contro la Conero mi aveva lasciato molti dubbi. Mi ero preparato un programma: partenza al mattino, arrivo a Bologna per girare la città con calma (cosa che non avevo fatto a novembre) e dopo pranzo spostamento ad Ozzano, sede del match. Non avevo fatto i conti con la sveglia e la mia pigrizia, così anziché al mattino sono partito poco prima di mezzogiorno.

Questa variazione non mi ha impedito di fare un giro un po’ più rapido in centro a Bologna, tra via Indipendenza, via D’Azeglio, le due Torri e piazza Maggiore. Una marea di gente, impazzita per le ultime compere di Natale. Tutto filava lisco, troppo liscio. Ed infatti, una volta recuperata l’auto in un parcheggio a pagamento, appena entrato in tangeziale, ecco un tamponamento con annessa fila chilometrica.

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Foto: Pieralisi Volley

Dovevo arrivare alle 18 al palasport, sono arrivato alle 18.30. In pratica mi sono perso il primo set, finito 25-21 per Bologna. “Magari adesso si svegliano…” ho pensato ma il secondo è stato un monologo della VTB, che ha preso a pallonate una squadra senza anima e senza grinta, con Giombini inguardabile e la sola Paolucci ad animare l’attacco. Solo nel terzo ho rivisto in parte la Pieralisi delle nove vittorie consecutive e la vittoria in volata ha riacceso il mio entusiasmo, credevo davvero che la gara si potesse riaprire. Il 13-3 di inizio quarto set per la VTB ha archiviato i miei sogni di rimonta.

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Foto: Pieralisi Volley

A rendere meno amara la domenica della prima sconfitta stagionale della Pieralisi sono stati i risultati dagli “altri” campi: l’Aurora ha perso a Fabriano e la Juventus le ha prese dalla Lazio. Curioso proprio il risultato di Riad, 3 a 1, proprio come il finale di Ozzano. “E’ stata proprio una brutta sconfitta” ho commentato sulla chat dei miei amici bianco-neri mentre tornavo a casa…ma forse intendevo quella di Marcelloni & co. FORZA JESI! by Nessuno.